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CROCI, L'ESERCIZIO PER SPACCARE IL PETTO

10/10/2020 08:30

Dott. Angelo Pancaro

Biomeccanica,

CROCI, L'ESERCIZIO PER SPACCARE IL PETTO

La regione corporea maggiormente amata dagli uomini che frequentano la palestra è il petto. Per questo motivo l'allenamento ad esso dedicato è sempre molto...

La regione corporea maggiormente amata dagli uomini che frequentano la palestra è il petto. Per questo motivo l'allenamento ad esso dedicato è sempre molto intenso e gli esercizi scelti sono pochi e ben precisi. Uno di questi sono le cosiddette croci con manubri, una gestualità tecnica che, per sue caratteritiche, riesce a stimolare in maniera molto più marcata il muscolo grande pettorale.

Analizzando da un punto di vista biomeccanico l'esecuzione del movimento è assolutamente possibile affermare che tra questo e le classiche distensioni (di cui ci siamo già occupati in un nostro precedente articolo, analizzato con bilanciere) non vi è altra differenza se non la differente lunghezza del braccio di leva della resistenza che, nello specifico caso delle croci, essendo aumentato, risulterà maggiormente difficoltoso nell'esecuzione. Per ciò che riguarda ogni altro aspetto è possibile affermare che i due esercizi sono del tutto uguali in ogni loro parte.

Per un corretto approccio biomeccanico all'esercizio sarà necessario accomodarsi sulla panca sulla quale bisognerà prendere saldamente contatto con tutta la regione posteriore del corpo, così come sarà necessario ricercare una salda presa di contatto dei piedi col terreno. A questo punto bisognerà addurre le scapole in modo da espandere la gabbia toracica e prestirare al contempo il muscolo gran pettorale, quindi ricercare e mantenere una costante depressione omerale al fine di consentire un aumento dello spazio sotto acromiale e, ancora, un più marcato prestiramento del gran pettorale.

Dunque, mantenendo il fisiologico allineamento vertebrale, si potrà procedere, inspirando, all'abduzione delle braccia sul piano trasverso (contrazione eccentrica) con un angolo della spalla compreso tra i 45° e i 60°, in base alla mobilità della spalla, così come in base alla mobilità della spalla variano i gradi di abduzione, quindi, espirando,  ritornare alla posizione di partenza con braccia addotte sul piano trasverso e parallele all'asse gravitazionale (concentrica). Per una più corretta esecuzione occorrerà, poi, ruotare esternamente (supinare) la mano durante la fase eccentrica, per poi ruotarla internamente (pronare) durante la fase concentrica.

Una sostanziale ma fondamentale differenza tra le croci e le distensioni su panca riguardano, l'entrata in gioco di muscoli sinergici tra loro differenti: mentre infatti nelle distensioni viene coinvolto in modo dinamico anche il muscolo tricipite brachiale e, in parte, anche il capo breve del bicipite brachiale, nelle croci partecipa in modo molto più preponderante il bicipite brachiale, essendo l'angolo del gomito fiisato in estensione, mentre il tricipite brachiale interviene isometricamente esclusivamente negli ultimi gradi di contrazione concentrica.

La variante su panca piana, poi, rappresenta un ottimo esercizio per coinvolgere la totalità de petto, prediligendo in particolare le sue fibre poste più centralmente, se invece, per qualsiasi necessità, si decidesse di concentrarsi maggiormente sui fasci alti di questo muscolo si dovrebbe procedere inclinando lo schienale della panca attorno ad una gradazione compresa tra i 30° e i 45°. Se infine si volessero coinvolgere maggiormente i fasci bassi del gran pettorale, si dovrebbe, all'opposto, declinare la panca.