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PERCHÈ MI ALLENO MA SULLA BILANCIA NON SCENDO DI PESO?

13/12/2020 07:30

Dott. Angelo Pancaro

Salute e Benessere,

PERCHÈ MI ALLENO MA SULLA BILANCIA NON SCENDO DI PESO?

Appare sempre più attuale il verificarsi di un evento abbastanza frequente, caratteristico soprattutto di tutti quei Paesi industrializzati, dove...

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Appare sempre più attuale il verificarsi di un evento abbastanza frequente e caratteristico soprattutto di tutti quei Paesi industrializzati, dove per l'appunto si passa sempre più tempo in macchina, a lavoro, davanti ad un televisore, un cellulare o un computer, in cui un qualsiasi soggetto, uomo, donna e, purtroppo, ormai, anche bambino, quasi quotidianamente, tiri fuori la bilancia, che è sempre a portata di mano, rispistini le impostazioni facendo attenzione a che la misurazione inizi esattamente dal punto "0" (possibilmente anche rubando un paio di Kiletti), quindi vi salga sopra per poi apprendere, amaramente, di non aver perso neanche un grammo. Eppure sono stati seguiti tutti gli accorgimenti possibili: "mi sono misurato di prima mattina, senza indumenti e rigorosamente dopo avver assolto i fisiologici bisogni del corpo (minzione e defecazione) in modo da eliminare quanto più possibile le masse inutili in eccesso, la sera precedente mi sono mantenuto leggero e non ho ancora fatto colazione, seguo un programma alimentare personalizzato redatto dal mio nutrizionista di fiducia e mi alleno quotidianamente col mio Personal Trainer, cosa può essere andato storto?" La risposta ve la diamo noi: esattamente niente!

Non c'è eassolutamente nulla di sbagliato nell'allenarsi e vedere il proprio peso corporeo stabile sulla bilancia, infatti ciò che sta accadendo è esclusivamente un rimodellamento della composizione corporea tale per cui il volume del tessuto adiposo si riduce progressivamente lasciando sempre più spazio alla massa magra (proteine, minerali, glicogeno e acqua) che, a parità di volume, presenta un peso specifico maggiore rispetto alla massa grassa.

Prendendo infatti in considerazione 1cm3 di massa grassa, costituita esclusivamente da lipidi, e 1cm3 di massa magra, costituita prevalentemente dai muscoli, scheletrici e non, e dallo scheletro, si può facilmente verificare come la prima (massa grassa) presenti un peso specifico di 0,9g/cm3 mentre la seconda (massa magra) arrivi a 1,1,g/cm3. Tradotto significa che, a parità di volume, presenteranno un peso maggiore coloro i quali posseggono un maggior quantitativo di massa magra, o ancora che, a parità di peso, presenteranno meno volume coloro i quali posseggono maggiori percentuali di massa magra (vedi figura in basso). Quanto detto è estremamente importante per comprendere la reale bontà di un processo di allenamento a lungo termine e suggerisce quanto errata sia la sua valutazione esclusivamente attraverso la misurazione sulla comune bilancia e quanto sia invece necessario adottare altre strategie quali, ad esempio, quella personale obiettiva allo specchio oppure, per volere essere più precisi, ricorrere alle molteplici analisi di misurazione della composizione corporea tra le quali, trova la sua giusta collocazione, anche l'impedenza bioelettrica, o bioimpedenziometria (BIA), il cui funzionamento prevede l'utilizzo di corrente elettrica la quale, in base ai vari tipi di resistenza tissutale che dovrà attraversare, ritornerà all'apparecchio con un'intensità più o meno ridotta e, quindi, in un tempo differente, consentendo una stima abbastanza attendibile della composizione corporea. Oltre a questa esistono numerosi altri mezzi diagnostici anche se la maggiormente utilizzata resta la BIA.

La soluzione di qualsiasi strategia dimagrante va quindi ricercata nella perdita di centimetri in particolare nella regione addominale facendo attenzione a che le finalità di qualsiasi dieta o allenamento vadano ad intaccare esclusivamente il grasso corporeo e mai il tessuto muscolare che, al contrario, deve sempre essere preservato poiché questo, essendo il tessuto metabolicamente più attivo del corpo, necessiterà di tanto più nutrimento quanto maggiore è il suo sviluppo, contribuendo ad innalzare il metabolismo basale dell'organismo. A tal proposito, abbinato ad un'abitudine alimentare appositamente strutturata, si è visto essere molto efficace l'allenamento aerobico abbinato a quello anaerobico con sovraccarico (i pesi) appositamente preparato da personale altamente qualificato in base a molteplici variabili quali, ad esempio, l'età, il livello di allenamento, il biotipo costituzionale, l'obiettivo, ecc.

Per voler concludere, dunque, dimagrire non significa perdere peso, bensì distribuire in maniera più ottimale i vari tessuti corporei ricordando sempre che, affinché il corpo riesca ad assolvere in maniera ottimale tutte le sue funzioni fisiologiche deve essere sempre garantito un quantitativo minimo di grasso definito "essenziale" che, nell'uomo, è del valore di circa il 3-5%, mentre nella donna sale attorno all'8-12%. Qualsiasi programma dietetico o motorio finalizzato al dimagrimento non dovrebbero perciò mai intaccare queste riserve in modo da non provocare seri rischi per la salute. Ricordiamo che anche il grasso è necessario al nostro benessere!

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